La frutta è uno degli alimenti che riescono a sostenere l’alimentazione umana. Anticamente la vita dell’uomo si basava sui cicli stagionali. In inverno si potevano trovare, nella vegetazione, ortaggi, frutti e verdure, ma era in estate che si aveva il massimo della resa, con la fruttificazione.
Tra le dee che erano note e che facevano parte della cultura romana, di derivazione pagana, ritroviamo Pomona. Cosa sappiamo del suo culto e come mai era una dea tanto temuta, ma passata in secondo piano?
Curiosità sulla dea Pomona
La prima curiosità di cui vogliamo parlare è proprio che negli studi dell’antica Roma, ricorreva spesso il nome della divinità Pomona, cioè la dea della frutta. Solo che non gli erano dedicate grandi feste e perfino il flamine, i sacerdoti, erano quelli chiamati “flamine inferiori”, cioè i più poveri e i meno importanti.
Tuttavia, quello che stupisce è che in realtà la Dea Pomona appartiene ed aveva una forza di credenza nelle fasce sociali più povere, come ad esempio nell’agricoltura. Infatti è qui che essa continua a sopravvivere. Nella cultura dell’antica Roma, la dea Pomona ha iniziato a perdere il suo “valore” quando è nato il denaro, cioè quando le diversità tra le classi sociali sono state diversificate.
Spiegarlo è un pochino difficile, ma possiamo dire che lei è una delle dee ataviche, cioè appartenenti ad una religione pagana rupestre e che è nata come dea primordiale, quindi appartenente già ad una religione neolitica. Sopravvissuta poi al cambiamento della società, la ritroviamo ancora presente nell’antica Roma, nel primo medioevo tra gli agricoltori ed è arrivata fino ad oggi.
Cosa sappiamo del suo culto
La dea pomona era chiamata Patrona pomorum, cioè signora dei frutti. La dea che si occupa della nascita e protezione di tutti frutti, perfino delle olive e dell’uva. La festa di Pomona, cioè Pomonalia, appartiene a calendari antichissimi. Incredibilmente essa non ha un giorno di festeggiamento. La sua festa avviene quando nasce la frutta, quindi perdurava per mesi. Alle volte viene descritta come una fanciulla che trasporta dei frutti nelle pieghe della sua gonna. Altre volte possiede una falce in mano.
I romani e i greci la rappresentavano con il frutto del melograno. In realtà noi l’assimiliamo, in base a quello letto, alla dea dei Wicca, cioè la madre terra. I greci invece pensano che sia Persefone, la dea sposa di ade che scende negli inferi e mangia i semi del melograno.
Pomona persiste come divinità, nei secoli
Come detto Pomona, nonostante cambino i secoli e le religioni, continua ad esistere. Non solo viene trasformata, come abbiamo visto che per i greci essa era Persefone. Torniamo a dire che si parla di una divinità unica, atavica, antichissima e molto potente.