Oro purissimo: quanti carati deve avere? Come distinguerlo?

L’oro è un metallo considerato prezioso, anzi un bene rifugio che viene utilizzato addirittura come tesoretto da parte di banche o da interi Stati e Nazioni. Perché è tanto prezioso? In realtà l’oro, osservando le sue caratteristiche chimiche, non serve assolutamente a nulla. Ha solo la particolarità di essere giallo.

La “preziosità” nasce semplicemente da un utilizzo in gioielleria, poiché da tempi immemori, perfino presso le tribù rupestri, quando non esisteva la moneta, l’oro era un qualcosa di affascinante e prezioso. Esso costa tanto e viene valutato tanto perché, a livello mondiale, esistono pochissimi giacimenti. Per avere dell’oro occorrono milioni e milioni di anni, determinate caratteristiche chimiche e climatiche.

Regole rispettate dai preziosi

Senza voler svalutare l’oro, perché sarebbe impossibile in base alle attuali quotazioni economiche, cerchiamo di capire quali sono le “regole” studiate da parte del mercato per valutare la qualità dell’oro.

Per classificare la qualità di questo metallo esistono delle cifre e sigle che poi sono diverse da quelle americane. In Europa 5 carature indicate con “k”, che sono:

  • 417, 10k
  • 585, 14k
  • 917, 22k
  • 999, 24 k

Cosa indicano i K? Semplicemente quale sia la caratura, cioè la quantità di oro presente nel gioiello che si ha di fronte. Per avere una buona resistenza e durezza, l’oro puro, che si trova in natura ed è morbido, viene mischiato ad altri metalli. Alle volte si parla di acciaio ed altre in argento o diversi metalli preziosi. Il 10k, cioè i 10 carati, sono quelli più “poveri” perché contengono appena il 41.7% di oro.

Quanti carati ha l’oro puro?

Seguendo l’esempio del 10k, spiegato prima, vediamo gli altri “carati” presenti per la classificazione dell’oro. I 14k hanno 58.5% di oro. Mentre il 18k ha oro puro al 75%. Per il 22k si parla di 91.7% di oro. Terminiamo poi con il 24 k, cioè 99.9% di oro. Quest’ultima è la massima purezza in commercio perché, c’è un altro metallo allo 0.01% presente nella lega. Come mai? Perché l’oro in natura è morbido. Si schiaccia con le dita ed è simile alla plastilina. Impossibile da poter poi lavorare e dove una pressione eccessiva lo polverizzerebbe.

Come distinguere l’oro finto da quello vero

I gioiellieri “compro oro”, per distingue questo metallo da quello finto, hanno degli acidi in grado di colorare l’oro vero. Se volete potete provare con un piatto o un pezzo di ceramica. Strisciate un anello che pensate sia oro, sulla superficie della ceramica. Esso dovrà lasciare una riga dorata. Se invece è scura, allora è oro finto.

Altrimenti c’è il test del magnete. L’oro vero non reagisce alle calamite se non ne viene attratto allora è oro puro. Se viene attratto allora è finto. Poi ripetiamo che dovete controllare sempre la caratura per sapere la percentuale presente all’interno del gioiello.