Risoluzione contratto: che cos’è? Quando si può verificare?

La risoluzione di un contratto, è ben diverso dal suo recesso o rescissione. Secondo le norme italiane esso è un istituto giuridico che scioglie il vincolo contrattuale, e nello specifico fa riferimento al rapporto tra le due parti. Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.

I motivi per cui avviene la risoluzione

In base a quanto prevede il Codice Civile, la risoluzione di un contratto può avvenire per:

  • inadempimento, ossia quando una parte non rispetta gli accordi e l’altra può agire in due modi diversi, ossia coinvolgendo il tribunale, in modo che l’altra parte rispetti il contratto, oppure con la risoluzione, con la restituzione di somme versate o altri beni, ed è possibile richiedere anche un risarcimento danni;

  • eccessiva onerosità, quando si va a creare uno squilibrio sugli accordi, nel caso che la situazione economica possa cambiare (magari a causa dell’inflazione), ed una delle parti non riesca più a rispettare gli accordi presi;

  • un improvvisa impossibilità, ad esempio se un bene viene rubato ed in tale caso si può sciogliere il contratto ed il venditore deve rendere la somma al compratore;

  • volontà delle parti, per qualunque ragione.

I tipi di risoluzione

Per avere un quadro sui casi in cui si può verificare una risoluzione del contratto, è bene tenere presente anche le sue tipologie. La risoluzione può definirsi volontaria quando le parti decidono di mettere fino all’accordo con il consenso di entrambi, e ci sono casi in cui nello stesso contratto si può stabilire le condizioni di recesso di entrambe le parti, ed in questo caso si parla di disdetta unilaterale.

Un altro tipo di risoluzione è quella legale, che sempre secondo la legge può verificarsi in tre casi, ovvero per inadempimento della controparte, eccessiva onerosità oppure l’impossibilità di una prestazione sopravvenuta. Tale risoluzione può essere ordinata solo da un giudice, che emette una sentenza di accoglimento.

Vi è, infine, il recesso di un contratto, che può avvenire solo in due casi, ossia se è previsto da una clausola contrattuale oppure per una specifica norma di legge. Quest’ultimo caso è, per esempio, inerente ai contratti di locazione oppure se si tratta di un contratto di lavoro subordinato ed il dipendente può licenziarsi in qualsiasi momento.